domenica 21 marzo 2010

Manifesto per un mondo nuovo

Manifesto per un mondo nuovo
Non nacqui
per guardare indifferente vittime e carnefici
non nacqui
per conciliare situazioni inconciliabili
non nacqui
per trovare la pace a tutti i costi
se la guerra è la scelta più onorevole
nacqui
per mettere fratello contro fratello
quando il sopruso non ti lascia scampo
nacqui
non per vagheggiare cielo azzurro e sole
sempre
come la terra che mi ha generato e mi nutre
questo inaridito mondo ha bisogno di nuvole
nacqui nembo
pioggia
tempesta
per le nuove fioriture
nutrimento vitale
Dedicola poesia e la bella canzone di Vasco Rossi che segue a tutti quei voltagabbana di cui è ricca la storia del nostro paese, che si sono rimangiati le loro idee scomode e, per un posto di prestigio, hanno messo "nello stesso beverone la convenienza con la convinzione".
Pietro Atzeni

sabato 23 gennaio 2010

Chi tocca il signoraggio muore

Prima di proseguire è opportuno che faccia entrare in scena altre vicende che possono aiutarci a spiegare meglio e quindi capire il signoraggio che da sempre ha attori accomunati dalla capacità di muovere le proprie pedine dall’ombra di un anonimato che quasi può farli sembrare vittime calunniate. Vi voglio parlare di due grandi uomini segnati da un destino comune. Tutti conoscono John Fitzgerald Kennedy, di lui si sanno tante cose della vita pubblica e privata. Si sa che è stato un grande presidente. Si sa che il suo buon senso scongiurò, al pari del buon senso russi, una guerra atomica. Si sa che venne assassinato a Dallas nel 1963. La causa venne attribuita a un certo Lee Harvey Oswald ma che prima di poter parlare venne a sua volta ucciso. E comunque la causa venne abilmente e artatamente manipolata. Prima di parlare di Kennedy parlerò di un altro grande presidente degli Stati Uniti anche lui morto assassinato: Abramo Lincoln. Questo perché parlare dell’uno aiuterà a interpretare meglio le vicende che portarono all’assassinio dell’altro e nell’insieme la storia che ci interessa fino ai nostri giorni.
Abramo Lincoln fu Presidente durante la guerra civile americana quella scatenatasi tra nord e sud per la questione dello schiavismo. Per fare la guerra, e in questo caso era sacrosanta visto che era stato proprio lui a abolire lo schiavismo, Lincoln aveva bisogno di soldi, di molti soldi, per finanziare l’esercito nordista. Le possibilità per averli però non erano tante. Avrebbe potuto procurarli tassando i cittadini oppure prenderli in prestito dalle banche o ancora stamparli come governo degli Stati Uniti e spenderli. Lincoln optò per quest’ultima possibilità. Stampò i soldi che poté così spendere senza essere costretto a tassare i cittadini. Ma le banche, badate bene che non è uno scherzo questo ma è storia, volevano trarre profitto dalla guerra e chiesero al Presidente il danaro stampato e di consegnarlo a loro che avrebbero provveduto a pagare il costo della stampa e lo avrebbero poi dato al governo sotto forma di prestito logicamente con i dovuti interessi da scaricare sulla popolazione. Lincoln che era una persona onesta rispose no, ma pagò caro questo suo diniego. Alla fine della guerra durante una rappresentazione teatrale venne assassinato da un certo John Wilkes Booth ufficialmente un simpatizzante sudista sta di fatto che i banchieri poterono così raggiungere il loro scopo. L’assassino di Lincoln non poté mai spiegare il motivo del suo gesto perché dopo aver sparato al Presidente scappò ma venne raggiunto e ucciso in un granaio. Gli assassini dei presidenti non riescono mai a spiegare la follia del loro gesto perché la loro bocca viene chiusa prima che possano confessare e parlare del loro crimine.

Pietro Atzeni
Chi tocca il signoraggio muore

Prima di proseguire è opportuno che faccia entrare in scena altre vicende che possono aiutarci a spiegare meglio e quindi capire il signoraggio che da sempre ha attori accomunati dalla capacità di muovere le proprie pedine dall’ombra di un anonimato che quasi può farli sembrare vittime calunniate. Vi voglio parlare di due grandi uomini segnati da un destino comune. Tutti conoscono John Fitzgerald Kennedy, di lui si sanno tante cose della vita pubblica e privata. Si sa che è stato un grande presidente. Si sa che il suo buon senso scongiurò, al pari del buon senso russi, una guerra atomica. Si sa che venne assassinato a Dallas nel 1963. La causa venne attribuita a un certo Lee Harvey Oswald ma che prima di poter parlare venne a sua volta ucciso. E comunque la causa venne abilmente e artatamente manipolata. Prima di parlare di Kennedy parlerò di un altro grande presidente degli Stati Uniti anche lui morto assassinato: Abramo Lincoln. Questo perché parlare dell’uno aiuterà a interpretare meglio le vicende che portarono all’assassinio dell’altro e nell’insieme la storia che ci interessa fino ai nostri giorni.
Abramo Lincoln fu Presidente durante la guerra civile americana quella scatenatasi tra nord e sud per la questione dello schiavismo. Per fare la guerra, e in questo caso era sacrosanta visto che era stato proprio lui a abolire lo schiavismo, Lincoln aveva bisogno di soldi, di molti soldi, per finanziare l’esercito nordista. Le possibilità per averli però non erano tante. Avrebbe potuto procurarli tassando i cittadini oppure prenderli in prestito dalle banche o ancora stamparli come governo degli Stati Uniti e spenderli. Lincoln optò per quest’ultima possibilità. Stampò i soldi che poté così spendere senza essere costretto a tassare i cittadini. Ma le banche, badate bene che non è uno scherzo questo ma è storia, volevano trarre profitto dalla guerra e chiesero al Presidente il danaro stampato e di consegnarlo a loro che avrebbero provveduto a pagare il costo della stampa e lo avrebbero poi dato al governo sotto forma di prestito logicamente con i dovuti interessi da scaricare sulla popolazione. Lincoln che era una persona onesta rispose no, ma pagò caro questo suo diniego. Alla fine della guerra durante una rappresentazione teatrale venne assassinato da un certo John Wilkes Booth ufficialmente un simpatizzante sudista sta di fatto che i banchieri poterono così raggiungere il loro scopo. L’assassino di Lincoln non poté mai spiegare il motivo del suo gesto perché dopo aver sparato al Presidente scappò ma venne raggiunto e ucciso in un granaio. Gli assassini dei presidenti non riescono mai a spiegare la follia del loro gesto perché la loro bocca viene chiusa prima che possano confessare e parlare del loro crimine.

Pietro Atzeni

martedì 8 dicembre 2009

La grande crisi del 1929

A partire da oggi posterò alcuni articoli, che ritengo veramente molto interessanti, scritti e pubblicati da Pietro Atzeni, pietroatzeni.splinder.com, sul signoraggio, che ben ci fanno capire il grande imbroglio del quale siamo tutti vittime. Buona lettura.

La grande crisi del 1929


Incominciamo subito col dire, tanto per sgombrare il campo da qualsiasi fraintendimento, che il liberismo non esiste. In un regime di libera concorrenza il pesce grande mangia il piccolo e inevitabilmente si arriva al monopolio. Il liberismo è morto ed è stato sepolto tanti anni fa e ha preceduto nella tomba il comunismo, sempre che questi sia morto e non dormiente, sessant’anni prima. Il liberismo è morto nel 1929 e con la sua morte ha trascinato con sé nella rovina milioni di persone. Il suo modo di essere il famoso “laissez faire” la dice tutta su cosa ci si potesse aspettare.
…lo Stato doveva ritornare al classico “laissez faire”: dalla libera concorrenza avrebbero tratto vantaggio sopratutto i consumatori. E i fatti, pensò con sarcasmo, erano così evidenti! Da diversi anni i più importanti gruppi industriali si erano buttati a capofitto sul settore agro alimentare, e cosa era successo? Che i passaggi della filiera agricola si erano come per incanto moltiplicati, e si commetteva peccato mortale a pensare che, tra l’agricoltore e il commercio al dettaglio, le maglie fossero troppe e legate dalla stessa catena di potere! Ormai i controlli di un tempo non esistevano più. Chi aveva consentito che ciò avvenisse, e perché? La risposta era fin troppo ovvia. Ecco ora si era arrivati al dunque, pensò Salvatore, che aveva da subito contestato il neo liberismo. Avrebbero fatto meglio a tenere lo scheletro nell’armadio e invece eccolo vivo e vegeto a ispirare la politica economica mondiale, roba da non crederci!...(considerazioni di Salvatore Spanu, da “Il mistero delle 99 tavolette d’argilla rossa”, ed. Tracce Pescara, 2005.)
Negli anni venti, e non solo, l’America grazie alla limitata popolazione e alle enormi estensioni di terreno produceva grano in abbondanza che soddisfaceva i bisogni interni e l’esportazione. L’Europa invece ne aveva bisogno e costava meno importarlo che acquistare quello prodotto nel vecchio continente. Ma i coltivatori di grano dei vari stati europei viste le prime avvisaglie di quella concorrenza che li avrebbe portati presto sul lastrico fecero pressioni sui loro governi per mettere dei dazi in ingresso al fine di rendere il prezzo del grano importato poco competitivo. E così fu e fu l’inizio della grande depressione. Il limitato acquisto di grano innescò una spirale inarrestabile di recessione e non solo in America. In Europa la carenza di grano portò prezzi più alti. Ora col grano l’America pagava i beni, minerari, prodotti industriali e di lusso. di cui abbisognava all’Europa, senza la vendita era costretta a privarsene. Il grano rimasto invenduto portò gli agricoltori ad abbandonare i terreni coltivati e così come in un effetto domino la recessione invase l’economia facendola sprofondare sul baratro della depressione. Le banche allarmate, capita l’antifona “ avevano ritirato improvvisamente dal mercato diciottomila milioni di dollari, cancellando le aperture di credito e chiedendone la restituzione” ( Emile Moreau, Governatore della Banca di Francia, febbraio del 1928 ). Dando così il colpo di grazia a un’economia che invece andava sostenuta. Questa in sintesi, che chi vuole può comunque sempre approfondire, la causa del crollo della borsa di Wall Street. In un mondo in abbondanza morirono di fame e di disperazione migliaia di persone Perché sto dicendo tutto questo? Perché il diavolo ha diversi modi di presentarsi ma benché si travesta da agnello sempre diavolo è! Sul legame fra questo preambolo e i nostri giorni vedremo al prossimo post.


Pietro Atzeni

martedì 10 novembre 2009

Costa molto la verità?

Come si può mentire davanti alla morte? può una persona mentire sulla morte di un essere umano? Stefano Cucchi sappiamo com'è morto, anoressico, drogato, scivolato dalle scale... si va bene lo sgambetto se le fatto da solo? possibile che si arrivi a difendere chi dovrebbe garantirci la sicurezza e la giustizia ed invece commette crimini? Io voglio giustizia per Cucchi, la voglio perché mi basta sapere che lui era in galera per un reato, poi basta.
Commetti il reato, paghi, ma le torture no, non le accetto, non siamo uno stato di Polizia non siamo "ancora" in una dittatura.
Chi sbaglia paga, questo dev' essere il messaggio, valido per tutti, forze dell' ordine comprese, non meritano di avere tra le proprie fila elementi di questo tipo, ne va della loro stessa immagine.

venerdì 6 novembre 2009

Occasione o prova?

Da tanto tempo penso "voglio vedere se ci sono io cosa riesco a fare", e per tanto tempo sono stato attento a quello che fanno gli altri.
Quando mi è stato chiesto, non ho titubato, perché in fondo già ci stavo lavorando, però il fatto che altre persone credano nel mio valore, fa la differenza.
Per ora non c'entra l'oggetto della discussione, potrei parlare di giocare a pallone, scrivere libri, costruire palazzi... quello che m'importa e che delle persone mi vogliono dare fiducia.
Sicuramente quello che saremmo chiamati a fare, sarà un lavoro importante e sapremo farlo al meglio... prossimamente svelerò altri particolari.

venerdì 23 ottobre 2009

23 Ottobre 2009.

Tantissimi auguri Valery!!!

da

William & Marina